“NESSUNO SI SALVA DA SOLO”

XIV FIERA DI SAN PANCRAZIO – VEDANO OLONA (VA)

«Nessuno si salva da solo». Sono le parole pronunciate da Papa Francesco durante la preghiera straordinaria del 27 marzo 2020 quando, solo in mondovisione in una piazza San Pietro deserta, ricordava che tutti gli uomini si trovano «sulla stessa barca» e indicava la via da seguire per la costruzione di una società non più fondata sull’egoismo e lo sfruttamento, bensì sulla condivisione.

Parte da questa esortazione la proposta della XIV FIERA DI SAN PANCRAZIO che avrà luogo anche quest’anno dall’ 8 al 12 maggio 2021 a Vedano Olona, presso la Chiesa di San Pancrazio.

Don Marco Pozza sarà l’ospite d’eccezione di questa edizione speciale dove gli eventi saranno in presenza, con posti limitati e assegnati con prenotazione, e trasmessi in diretta sul canale YouTube dell’Associazione Fiera di San Pancrazio.

Sabato 8 alle ore 20.00, Don Marco Pozza, cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova e grande amico di Papa Francesco, ci aiuterà ad approfondire il significato dell’affermazione “Nessuno si salva da solo” e a ripercorrere il magistero del Santo Padre in un tempo così difficile, che però non possiamo permetterci di sprecare.

Non mancherà lo spettacolo teatrale, appuntamento sempre in cartellone alla Fiera.

Domenica 9 alle ore 20.30, in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, il regista Andrea Chiodi presenterà: “Da che verso prendere la Commedia”, una lettura dalle cantiche del capolavoro dantesco in cui viene messo in risalto il Dante uomo, con le sue paure, le sue speranze e il suo stupore. Accompagnerà al pianoforte il Maestro Ferdinando Baroffio, mentre disegno e luci saranno di Marco Grisa.

Diamo inizio poi al ciclo “ESPERIENZE”: dialoghi per aprire finestre sul mondo. Si tratta di conversazioni con amici vedanesi che comunicheranno la loro esperienza e testimonianza nell’ambito educativo e sanitario durante il periodo di crisi pandemica.

Lunedì 10 maggio alle ore 20.30 «Non siamo mai soli» con don Daniele Battaglion e don Alessandro Bernasconi, giovani sacerdoti cresciuti nella nostra comunità di Vedano Olona e ora in prima linea nelle loro nuove parrocchie.

Martedì 11 maggio alle ore 20.30 «L’origine del prendersi cura» con la Dott.ssa Camilla Favero e il Dott. Andrea Crespi, entrambi vedanesi, già volontari della Fiera di San Pancrazio e ora medici professionisti, che racconteranno fatiche e speranze nella cura dei malati.

Il contributo che La Fiera di San Pancrazio vuole proporre è un’occasione di ripresa e di riscoperta di un significato per vivere. Desideriamo condividere un cammino di speranza e di rinascita.

ASSOCIAZIONE FIERA DI SAN PANCRAZIO

                                                                                                                            

                                                    

Centri culturali cattolici, «Gente che spera»

Quante scelte si compiono quotidianamente nel nostro piccolo. Dalle più banali a quelle più complesse, la vita delle persone è fatta di tanti piccoli istanti decisivi. Nessuno può sfuggirne e, spesso, sono proprio le scelte fatte a definire una vita. L’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, ha affrontato proprio questo dilemma, quanto mai sensibile in tempo di pandemia dove le azioni di un singolo si ripercuotono più che mai sulla collettività. In un passaggio l’Arcivescovo ha provocato i fedeli con parole chiare: «Tutti sono di fronte a una scelta: essere gente che spera o che dispera. I cristiani più degli altri debbono essere gente che spera». Un appello chiaro, una scelta di posizione a cui tutti i cristiani sono chiamati. La speranza non è quindi solo un sentimento astratto, ma è una decisione della ragione.

A partire da questa considerazione i Centri Culturali Cattolici della Diocesi di Milano hanno organizzato l’iniziativa “Gente che spera”. 7 incontri gratuiti e online, uno per ogni zona pastorale, che si svolgeranno in varie serate dal 23 aprile al 18 maggio. Secondo monsignor Luca Bressan (Vicario Episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale) lo spirito che anima gli incontri è quello dell’annuncio di una rinascita. Non un ritorno alla vita di sempre, ma l’ambizione – sin da ora – di costruire una nuova umanità facendo tesoro delle difficoltà della malattia e della scoperta della fragilità umana.

«Il senso profondo di questa attività è anche quello di ritornare protagonisti, di ritornare insieme – pur nella distanza – per poter respirare a pieni polmoni una vita che vuole ripartire. Allo stesso tempo però non dobbiamo spegnere il pensiero, ma chiederci che cosa abbiamo imparato da questo tempo. Riscopriremo la bellezza di trovarci, di accoglierci, e di vivere tutte le forme di comunione che lo stare insieme ci permette».

Attraverso i testimoni chiamati a condividere con il pubblico la loro esperienza, “Gente che spera” vuole cercare un senso alla fatica che stiamo vivendo in questi momenti di attesa. Ci saranno interventi di uomini e donne di spirito: le monache dell’ordine Romite Ambrosiane; monsignor Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia; monsignor Eros Monti il direttore di Villa Cagnola. Ma anche di importanti personalità del mondo laico: medici che racconteranno la “prima linea” della lotta alla pandemia; scrittrici, artisti, fotografi e poeti per trovare nuovi linguaggi e chiavi di lettura arricchenti.

Don Gianluca Bernardini, responsabile del coordinamento dei Centri culturali cattolici della Diocesi fa suo lo slogan dell’iniziativa: «Abbiamo bisogno di alzare lo sguardo, abbiamo bisogno di riscaldare il cuore, abbiamo bisogno ora più che mai di gente che spera». Continua: «E noi crediamo che per queste persone servano, ogni tanto, anche dei momenti che diano motivazione e coraggio a questa speranza. Credo che i volontari dei Centri culturali siano riusciti a confezionare un calendario di incontri di tutto rispetto. C’è stata una grande e bella collaborazione anche tra diverse zone che ci ha permesso di “osare” con ospiti di alto calibro. Certo, ancora non possiamo fare questi incontri in presenza, ma crediamo che il web non sia solo un limite, ma, al contrario, un’occasione per arrivare anche a chi è più distante».

I Centri culturali continuano quindi nella loro missione, mai interrotta anche durante il lockdown, per mantenere alta l’attenzione, ed essere come un faro nella notte per elevare lo spirito.